Ingredienti per 2 persone: fave pulite 200g, scarola 1kg e mezzo, cipolla media 1, pomodorini pachino medi 4, acqua q.b., sale, olio evo.

Quanti di voi conoscono questo piatto? Se siete pugliesi, penso quasi tutti.

Da molti è considerato, a ingiusta ragione, un piatto “povero” della tradizione contadina. A parer mio questa è una pietanza che ha invece la “ricchezza” dei sapori semplici che restano immutati nel tempo e i suoi ingredienti, se ben scelti, rendono questo primo davvero vincente.

Se volete deliziarvi con la “favetta”, questo è il momento dell’anno migliore; si ha più scelta di verdura e poi c’è un elemento che senza di esso il tutto non avrebbe senso: l’olio.

In questo periodo, nella mia città, tutti coloro che hanno terreni, anche piccoli, sono impegnati nella raccolta delle olive e se si ha la fortuna di avere conoscenti o amici che hanno appena macinato questo prezioso frutto della terra, in nome del vostro legame, potete chiedere, se non ci avranno pensato già loro, di farvi donare un po’ del loro prezioso tesoro giallo. Niente di più indicato dell’olio nuovo per condire legumi o verdure; quello che pizzica, ma che ti lascia in bocca quel dolce retrogusto.

Beh, io questa fortuna l’ho avuta, eccome!

Il mio carissimo amico, senza che io chiedessi, mi ha fatto dono di una bottiglia del suo olio. Per una come me questo regalo è al pari di una pietra preziosa o di un cellulare di ultima generazione.

Avete anche voi amici simili che badano a dare senza aspettarsi nulla in cambio, che godono della felicità dell’altro solo nel vederli sorridere?

Bene, teneteveli stretti, sono quelle amicizie che probabilmente durano per la vita e se per qualche, malaugurato motivo, improvvisamente si interrompessero, almeno potrete dire di aver vissuto qualcosa di veramente speciale, almeno una volta nella vostra vita.

Ora avete tutti gli elementi per eseguire questo straordinario piatto!

Cominciate col mettere le fave in un tegame, aggiungete la cipolla, dopo averla tagliata in quattro grossi pezzi, i pomodorini anch’essi tagliati, il sale grosso e ricoprite, senza esagerare, di acqua. Mettete tutto su fuoco basso, la cottura dovrà essere lenta. Intanto in un piccolo pentolino metteteci dell’acqua, che riscalderete e manterrete sempre calda, perché poi vi servirà per aggiungerla di tanto in tanto durante la cottura delle fave. Se avete da stendere i panni o da spolverare, fatelo in un altro momento o comunque rimanete sempre nei paraggi del piano cottura, dovrete fare continua attenzione a non far asciugare e bruciare la vostra “favetta”.

Ora, se non lo avete fatto fare dal vostro fruttivendolo di fiducia, pulite la scarola e dopo averla tagliata, mettetela a cuocere in abbondante acqua salata. Intanto le fave avranno cominciato a frantumarsi e la purea comincia a prendere corpo. Il tutto dovrà risultare, alla fine, denso ma non asciutto. A questo punto,aspettate che la “favetta” si intiepidisca e con un frullatore ad immersione, rendetela una vellutata, così da eliminare pezzi di legumi ancora non completamente sbriciolati.

Controllate la cottura della scarola, tastate se i gambi si sono ammorbiditi e quindi scolatela, ponetela in piatto e versateci sopra la purea di fave. Ora, il tocco che renderà irresistibile il piatto: il filo d’olio. Non siate parsimoniosi, una tantum lasciatevi andare ai sapori veraci e che, in alcuni casi, riportano indietro nel tempo.

Di solito questa pietanza si sposa bene con dell’ottimo pane, croccante e profumato, magari potete realizzare dei crostoni.

Alla prima forchettata vi sentirete in paradiso, se avete già assaggiato da piccoli questo piatto, vi ritornerà alla mente tutto. Nel mio caso: le mie nonne, il profumo delle loro case, il grembiule sempre al cinto e le maniche, anche con 5°C, sempre fino al gomito.

Eh si, una pietanza non è mai fine a se stessa, ha sempre qualcosa da raccontare e quindi, qualunque sia il cibo che state per assaporare, ricordatevi di mettervi in ascolto.