Senza di noi / Ho ancora quella smania di fuggire via da sola / Ma senza di noi chi vola? / Sono solo ali e piume / E nient’altro ancora…
“E se poi” è una canzone bellissima e struggente scritta da Giuliano Sangiorgi per Malika Ayane. Altrettanto bello e suggestivo è il video clip in cui Malika, in abito da sposa, con una valigia in mano attraversa il mondo: New York, Marrakech, Los Angeles, Bruxelles, Praga, Barcellona, Milano e Las Vegas.
La canzone ed il video sono un omaggio a Pippa Bacca, l’artista milanese che, con il suo progetto “brides on tour”, inseguiva il sogno di promuovere la pace e l’amore attraversando in autostop Slovenia, Croazia, Bosnia e Bulgaria, Turchia, Siria, Libano, Giordania, Cisgiordania e Israele. Terre dilaniate da conflitti sociali e guerre che lei percorreva indossando il suo abito da sposa. L’abito era la sua armatura ed insieme il suo messaggio di pace.
Perché non esiste un messaggio d’amore più forte ed iconico di una donna vestita da sposa. Pippa è andata incontro al suo destino: una jeep, a Gebze, in Turchia, si è fermata per darle un passaggio. All’interno di quell’auto c’era l’uomo che l’ha violentata ed uccisa brutalmente, infrangendo il suo sogno di pace. Era il 31 marzo 2008.
Qualche anno fa avevo già scritto di “brides on tour”, e di tutte quelle donne che trovano la violenza e la morte proprio tra le mura di casa. Oggi il tema è più attuale e urgente che mai. Ed io che di solito scrivo di gioia, felicità e confetti, voglio contribuire a mantenere vivo e sostenere il sogno di Pippa. E ribadire che una donna ed un abito da sposa sono simbolo assoluto di speranza e di fiducia nell’altro. Come innegabilmente il matrimonio è atto d’amore e condivisione di un percorso di vita. L’abito non è solo bellezza esteriore, divertimento o apparenza. È una precisa volontà, un’autentica dichiarazione d’intenti. È un autostop nella notte ispirato dalla fiducia nella persona che si sceglie come compagno di vita.
Invece, proprio mentre io scrivo di amore e fiducia, da qualche parte, una donna sta subendo violenza. Sì perché, soltanto nel 2023, in Italia, più di 100 donne sono state vittime di femminicidio. E mancano statistiche certe sulle donne che quotidianamente subiscono violenza fisica o psicologica, molto spesso proprio tra le mura di casa.
Tutti noi siamo parenti, amici di qualcuna, che da qualche parte, magari nella casa accanto alla nostra, subisce violenza da parte del proprio compagno di vita. Non si può restare inerti ad osservare. Non si può essere semplici spettatori e voltare le spalle o fare finta di niente. Si rischia di essere complici. Oggi più che mai, non si può. Oggi basta davvero.
Chiedo scusa a tutti se sono andato fuori traccia, se non ho parlato di feste e felicità.
Ma non riesco a non coltivare la speranza di un mondo migliore.
Non mi rassegno.

Vitantonio Marzano

L’illustrazione è una gentile concessione di Nadia Sgaramella