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U Spuntnastre. Oggi è semplice incontrarsi, conoscersi, amarsi, sposarsi e lasciarsi. Sono tante le occasioni ai tempi di facebook reali e virtuali. Ma la nostra storia ci parla di riti e tradizioni ben diverse. In Puglia come in tutto il meridione, il fidanzamento ed il matrimonio seguivano un percorso di usanze e riti da rispettare, che passavano dalle volontà paternalistiche, al chiacchiericcio della gente, alla moralità consolidata nel tempo. Per iniziare il corteggiamento, il giovane seguiva la ragazza, “adocchiata” per strada, con la madre o con un’amica, in genere, dopo la Messa… in dialetto si definiva u spuntnastre, significava che aspettava la sua bella affacciarsi dalla porta o dalla finestra. U spuntnastre durava settimane, se non mesi, fino a che la ragazza, finalmente usciva da sola. Era il momento giusto per poterla avvicinare. Il cuore batteva forte! La ragazza fingeva ritrosia, ma poi consentiva al giovane di avvicinarsi, complice la semioscurità. La madre della ragazza, osservando questo “spuntnastre”, cominciava a sospettare e a capire. Se il giovane era di suo gradimento, dopo aver assunto informazioni tramite commari e commarelle, accettava le bugie della figlia. Se il giovane era benestante o aveva amici che sapevano suonare il mandolino, u spuntnastre era aiutato da qualche serenata alla sua bella. Eccone una: “Affaccete alla finestra belle mie, Te voghe disce ciacche stè inde o core mie. Tègne na ferite ranne inde o core, Ca pote uarì schitte u tue amore”.