“Lampada ad arco” è un dipinto a olio su tela realizzato dal pittore italiano Giacomo Balla. Rappresenta un lampione elettrico che illumina la notte finendo con il sopraffare lo spicchio di luna (“uccidiamo il chiar di luna” disse Filippo Tommaso Marinetti).

Questa tela e questo concetto di luce mi tornano in mente guardando le foto scattate da un artista del nostro tempo, il fotografo Pino Coduti.

Se la fotografia è un linguaggio con cui si raccontano situazioni ed emozioni, la luce rappresenta le parole, che si utilizzano per raccontare storie.

Certo la sensibilità e la competenza del fotografo sono importanti, così come contano le idee e la capacità di “guardare”, ma conoscere la luce, comporta la possibilità di scrivere le “emozioni”, di raccontarle dosando con sapienza pathos e storia.

Così Pino Coduti tesse parole di luce, le intreccia, le espone per poi riappropriarsi delle ombre e farne un rifugio dell’anima.

Cuce le storie con immagini che diventano un affresco moderno, fissa istanti nel tempo a rappresentare stati d’animo ed “attimi fuggenti”.

Per dirla con le parole di Minor White, “la gioia della fotografia è nella luce del sole. La gioia della sequenza è nella luce della mente”.

E quella di Pino Coduti, secondo noi è una delle più brillanti.

Antonio Marzano

 

www.pinocoduti.it/