Nulla nasce per caso. La bellezza, prima di essere raccolta, va ricercata, coltivata, seminata, accudita, custodita. Dal primo bozzetto agli innumerevoli prototipi, frutto di notturne ispirazioni, a idee frettolosamente riassunte in abiti cresciuti, rivisti, pensati e metabolizzati.

Entrando nell’atelier di Francesco Paolo Salerno si respira l’atmosfera della sartoria. Tessuti, manichini, foto, riferimenti, metri di pizzo, creazioni in corso d’opera ed abiti esposti. Capacità sartoriale e competenza stilistica. Sperimentazione e contaminazione. Le sue creazioni, simili ad architetture tessili, ci piacciono per il loro fascino scenografico. Il raffinato designer trasferisce nei suoi abiti la sua sensibilità nei confronti del bello, ma anche la sua sapienza manuale. Su ogni manichino, su ogni schizzo, tutto era studiato e già vissuto mille volte, l’esatta percezione di un abito sognato, pensato, schizzato a matita e definito in un progetto. L’alta moda è la sua specialità. Nei suoi abiti da sposa e cerimonia non manca mai il tocco da couturier. Ha cominciato da piccolo, inseguendo il suo estro, e non si ferma mai. In perenne fermento, si fa rapire da infinite ispirazioni che spaziano dall’arte alla letteratura, dalla musica al design. Francesco Paolo Salerno abiti da sposa nasce da un sogno. Un sogno nato nei primi anni dell’infanzia quando la voglia di ideare e creare diventano valori per guardare alla vita con coraggio e speranza. È da esse che Francesco ha incominciato ad assaporare la bellezza della tradizione, la passione per il cucito, l’amore per il ricamo e a scoprire il valore del particolare. Non è stato facile trasformare il sogno in realtà, ma Francesco ha cominciato a disegnare, a studiare, a fare dell’idea l’oggetto di un valore di ricerca, di costruzione e l’espressione di uno stile: lo stile di Francesco Paolo Salerno. Nei suoi abiti, pensati al di là del tempo, si colgono la semplicità della linea, l’accuratezza del taglio e la ricercatezza della sartorialità. Quando si sceglie l’abito, c’è molto di noi, di quello che siamo e di quello che vogliamo raccontare. Del nostro punto di vista riguardo la bellezza, che non è mai soggettiva. Il bello esiste… ma non c’è bellezza senza emozione per abiti come opere d’arte.

Simona catenazzo