La preparazione alla cerimonia è importante quasi quanto la cerimonia stessa. È una sorta di rituale da conoscere e seguire quasi alla lettera. Con la consapevolezza che dopotutto è “solo” il tuo matrimonio e che se ne parlerà parecchio. A maggior ragione se qualche particolare dovesse sfuggirti di mano.

Per questo dopo aver buttato giù la piccola pillola di terrorismo psicologico, mettiti seduta, rilassati e memorizza questa sorta di decalogo semiserio sulle norme inderogabili del matrimonio.

Quando comincia il rito della vestizione è meglio infilare le scarpe prima dell’abito.

Verifica che chi ti aiuta non abbia laccature o smalti a profusione che possano attentare al candore dell’abito.

Prima di procedere alla vestizione ricorda di passare a visitare la toilette. Dopo potrebbe essere troppo tardi.

Foto di Lena Laurentez su Unsplash

Non uscire di casa senza guardarti allo specchio. Va bene affidarsi all’hair stylist e alla makeup artist ma verifica in primis che i capelli non siano diventati un vano tecnico da condonare. Con il soppalco in testa ci devi passare una festa intera, per cui è meglio preferire qualcosa di più semplice e gestibile e soprattutto che sia più in linea con la tua persona.

 

Foto di Ionela Mat su Unsplash

Stesso discorso vale per il make up. Se guardandoti allo specchio non ti sei riconosciuta, forse hai sbagliato qualcosa. Considerando il rischio che anche lo sposo possa confonderti con il Joker di Batman, forse ti conviene alleggerire, valorizzarti senza annullarti, e soprattutto esigere un trucco a prova di lacrime, baci e calore.

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Siamo in piena nailmania, le unghie sono diventate a tutti gli effetti un’espressione della propria voglia di distinguersi. Però quel giorno le mani saranno fotografate e guardate da tutti. Evita quindi gli artigli smaltati di nero o di viola preferendo magari una nuance più rassicurante e naturale. Fino alla conclusione della cerimonia la mani non dovranno avere anelli. Dopo potrai accostare alla fede persino l’anello di fidanzamento a forma di teschio.

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Superata la prova specchio? Recupera il bouquet e raggiungi l’auto. Il galateo prevede che la sposa sia seduta dietro, che entri dal lato sinistro dell’auto ed esca da quello destro. La motivazione sinceramente mi sfugge ma sarà custodita nel libro sacro del matrimonio scritto dalla madre di tutte le wedding planners. Il padre se c’è, si siede dietro accanto alla sposa, possibilmente evitando di stirarle l’abito.

Non è finita: l’auto va parcheggiata il più vicino possibile alla chiesa o alla casa comunale con il lato destro a favore della “location”. Ormai ci sei, keep calm. Non c’è book fotografico che non preveda lo scatto della sposa attraverso i vetri dell’auto. Per cui indugia, sorridi, e muoviti con la grazia che è richiesta ad una diva…il primo ciak è già partito.

Foto di Marius Muresan su Unsplash

Un’alternativa davvero suggestiva è quella della sposa che si incammina a piedi verso la Chiesa. E qui la mente vola a “Pensavo fosse amore invece era un calesse”, a quel genio indimenticabile di Massimo Troisi e alla bellissima Francesca Neri che in abito da sposa cammina fra la gente che si gira ad ammirarla stupita.

In ogni caso prima di uscire dall’auto è essenziale che tutti gli invitati siano in chiesa, seduti e tranquilli con lo smartphone in modalità fotocamera. La passerella è solo e solamente della sposa e del suo accompagnatore, nessuno deve correre davanti o rubare la scena alla protagonista. Unica eccezione paggetti e bimbi porta fedi, gli unici ad essere autorizzati a fare la “passerella” insieme.

A questo punto incamminati lentamente, con passo deciso ma indugiante. Tutti gli occhi sono puntati su di te: c’è chi scannerizza l’abito con lo sguardo, per attribuirgli un valore economico (alto o basso a secondo dell’affetto nutrito nei confronti della sposa), chi piange per la commozione e chi perché il proprio figlio “proprio a quella” si doveva sposare. Immancabile la perfida cognata ti guarderà con sorriso falsissimo mentre affila le lame per “tagliarti” senza pietà. Non curarti di loro e guarda avanti avrebbe detto il Sommo.

Foto di Tiko Giorgadze su Unsplash

Anche perché davanti c’è Lui, lo sposo, che si è preparato da solo, si è vestito da solo, è arrivato in chiesa quando ancora non c’era nessuno, praticamente ha aiutato il sacrestano ad accendere le luci, e solo adesso, rassicurato dalla vostra presenza, comincia a sciogliersi e a sorridere.

A proposito di ritardi, sappi che trascorso il quarto d’ora di tolleranza, l’indice di malsopportazione degli ospiti sale come lo spread. E l’insofferenza te la trascini per tutta la giornata. Poi non dire che non ti avevo avvisato.

Informazioni importanti sulla disposizione in Chiesa: lo sposo, guardando l’altare, dovrà disporsi sulla destra, la sposa ovviamente sarà seduta a sinistra. Le fedi saranno posizionate sul cuscinetto in maniera inversa rispetto agli sposi.

Foto di Clotaire Folefack su Unsplash

Entrambi gli sposi per sedersi dovranno girare sul lato esterno della seduta.

È importante la postura, rilassata ma rigida perché quei momenti saranno immortalati per sempre dal fotografo e da tutti gli ospiti presenti. E perché la posa a sacco di patate neanche con photoshop si riesce a correggere. Per quanto possibile cerca di suggerire un’armonia cromatica fra i testimoni. Considera che saranno seduti al primo banco, proprio dietro di voi. Per cui faranno da sfondo a molti degli scatti fotografici.

A cerimonia finita preparati all’uscita. È bene sapere che quei sacchetti di riso, di cui molti degli invitati, si sono muniti, costituiscono una seria minaccia per la tua mise e per l’abito scuro dello sposo. Prepararsi vuol dire studiare soluzioni alternative a base di petali o coriandoli o ricorrere al riso thai che non ha amido e non sporca.

Finito? No, però adesso comincia la festa.

Divertiti!

Vitantonio marzano

 

foto di copertina di Aneta Voborilova su Unsplash