La Puglia non offre una masseria da matrimonio: offre una cartografia di identità. Basta smettere di chiamarle tutte “rustiche”. Perché ogni masseria è un micro universo (e scegliere, significa identificarsi).

MASSERIA FORTEZZA

Le masserie sono fortezze con pareti così spesse che dentro il cellulare non ha rete. Il primo digital detox involontario. Il ricevimento si consuma in cortili triangolari pensati per i buoi, non per gli instagrammer: scale a chiocciola, caditoie ancora funzionanti, grondaie che quando piove suonano come campane. Perfetto per chi vuole un matrimonio senza foto in diretta, dove gli ospiti devono cercare il wi-fi invece di fingere di spegnere il cellulare.

MASSERIA IPOGEA

Quelle in cui il tufo è soffice come pane. Le masserie scavano il pianoro: sotterranei a volta, bottai dove la temperatura è sempre 16 °C, muretti a secco che disegnano labirinti. Il banchetto può nascere dentro una cava di tufo trasformata in sala da pranzo: candele profumate di rosmarino, tavoli in travi recuperate, il catering che arriva con i carretti come se portasse il grano. Ideale per chi sogna un dinner sotterraneo che profuma di pane appena sfornato (c’è sempre un forno a legna acceso, anche a ottobre).

MASSERIA BORGO

Corti interne suddivise in botteghe dove un tempo c’erano il frantoio, la latteria, la conceria. Le suite non sono camere: sono ex stalle con nicchie per le mangiatoie ancora intatte. Il rito può iniziare nel frantoio del ‘700 con un’aria che profuma di olive appena schiacciate e finire sulla terrazza a clessidra, tra i trulli che sembrano funghi di pietra. Perfetto per chi vuole un matrimonio “a ciclo chiuso”: dormi, mangi, ti sposi, ti riposi tutto dentro lo stesso muro di calce.

MASSERIA SALONE SOTTO GLI ULIVI

Quando la masseria non ha più mura: il confine è il mare da una parte e migliaia di ulivi monumentali dall’altra. Qui il concetto di “sala ricevimenti” è un prato tagliato a filo, con un tavolo unico lungo 40 metri che serpeggia tra gli ulivi secolari. I food corner servono tipicità locali, il dj mette i vinili sotto una pergola di vite e il party finisce in spiaggia privata a 7 minuti di golf cart. Sceglila se vuoi che gli ospiti dimentichino l’orario: il sole tramonta dietro un ulivo di 900 anni e nessuno controlla il telefono.

 

Masseria Montalbano

Tenuta Monacelli

Masseria Papaperta

Masseria Bonelli

Masseria Salamina

Masseria Cuturi

Masseria Corsano

Masseria Marroccoli

Borgo San Marco

Sposarsi in masseria non è solo una scelta di luogo: è una scelta d’atmosfera, di ritmo, di senso. Una masseria porta con sé la memoria della terra e delle persone che l’hanno abitata. La domanda da portarsi in masseria non è quanti ospiti ci saranno ma cosa produceva quando ancora non era una venue. Perché il giorno del matrimonio non è solo una sequenza di momenti organizzati: è un percorso che vi appartiene, un’esperienza che vi avvolge. Perché ogni angolo diventa scenografia naturale, ogni cortile, ogni veranda, ogni vicolo interno offre spazi da vivere con libertà, senza che nulla sembri costruito a tavolino.

antonio marzano

 

in copertina: Masseria Amastuola (foto di Antonio Lucà)