Enit e Convention Bureau Italia hanno presentato, ieri a Roma, i dati relativi al destination tourism in Italia, aggiornati al 2022.

L’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze era finalizzata a stimare il numero dei matrimoni di destinazione celebrati in Italia nel corso del 2022. Non solo quelli di coppie straniere, ma anche quelli delle coppie italiane che hanno scelto di sposarsi in una regione differente dalla propria.

Da una prima rapida lettura appare evidente che il mercato sia ripartito in tutte le regioni tornando ai valori ante covid.

Un po’ di appunti sparsi e riflessioni:

Quasi il 47% delle coppie si affida alla wedding planner.

Sono aumentati del 20% i riti simbolici, che spesso sono successivi al momento del rito effettivo celebrato nel paese di provenienza degli sposi.

Calano i riti religiosi e aumentano di due punti percentuali i matrimoni con rito civile. Fra questi ultimi, il 7,4% (quasi 730) è costituito da unioni civili celebrate tra persone dello stesso sesso.

Naturalmente nei mesi estivi si è concentrato il 73,7% delle celebrazioni, mentre è calato il trend invernale così come si è quasi dimezzato il numero di matrimoni celebrati in primavera.

Le feste hanno un numero medio di partecipanti vicino alle 60 unità, con un periodo di permanenza degli invitati salito a 3,3 notti. Cala di 8 punti percentuali rispetto al 2019 la stima media della spesa per matrimonio arrivando così a 53.800 euro. Forse per una maggior attenzione al budget o anche per effetto di una tendenza ad una maggior intimità della festa nella quantità e nella qualità degli ospiti.

Un terzo del budget è dedicato ai servizi di Food & Beverage mentre il 16,7% è riservato ai servizi di ospitalità.

La Villa privata resta la tipologia di location preferita ma un fenomeno sempre più diffuso è il matrimonio celebrato nei borghi, una realtà sempre più attrattiva per quegli sposi che seguono la tendenza al “turismo esperienziale” e che si innamorano dell’Italia non solo per le sue eccellenze paesaggistiche ed enogastronomiche ma anche per le tipicità locali e le tradizioni culturali che caratterizzano ogni piccola comunità dl nostro Paese.

E poi la provenienza. Quasi un terzo delle coppie proviene dagli USA, al secondo posto il Regno Unito. Resta prevalente comunque la quota di coppie di sposi residenti in Paesi europei. Mi chiedo quali sarebbero stati i numeri se avessimo potuto contare su una quota maggiore di matrimoni russi.

Tornando ai numeri, nel 2022 si stima siano stati 619mila gli arrivi e oltre 2 milioni le presenze turistiche collegate al Destination Wedding con un fatturato complessivo di circa 599 milioni con un incremento dell’11% rispetto al 2019.

Per il 2023 si stima un ulteriore crescita del +9,5% che in valori assoluti significa circa 1.000 eventi in più.

Una piccola parentesi meritano anche i dati relativi agli oltre 7.160  matrimoni di coppie italiane celebrati in un regione diversa da quella di residenza. Sono diversi i numeri per quantità e qualità. Infatti è maggiore il numero medio di invitati che si aggira intorno ai 90, mentre è inferiore il budget destinato all’evento, pari a 37.100 euro.

Ed ora soffermiamoci sulla Puglia, sempre più desiderata e scelta dagli sposi di tutto il mondo. I dati la posizionano al quarto posto fra le regioni, ma è preceduta da Lombardia e Campania, che hanno i loro punti di forza nel lago di Como e nella costiera Amalfitana. Mentre la nostra Regione, anche grazie alla strategia e alle azioni di Pugliapromozione, è stata fra le prime a puntare sulla creazione di un brand che si estenda da nord a sud del tacco d’Italia.

A fare da traino è sicuramente la valle d’Itria, ma la Puglia è un singolare concentrato di bellezza e poesia e va esplorata e scoperta tutta, dal Gargano ai borghi del subappennino dauno, da Castel del Monte al territorio delle cento masserie di Crispiano, passando dalle biodiversità della Murgia, percorrendo i filari d’uva di Manduria, e arrivando alla finis terrae di Leuca.

Anche per questo è necessario mappare il territorio e crescere come rete di operatori specializzati del wedding che lavorino in maniera organica, come sistema industriale vero e proprio, e non come frazionamento di professionalità. Allo stesso tempo diventa sempre più urgente pensare ad un osservatorio regionale che raccolga e analizzi i dati dei matrimoni di destinazione, rendendoli funzionali ad una crescita esponenziale del settore, non solo in termini di volumi ma anche di servizi e qualità.

Servono tempo, tenacia e competenze. Ma siamo messi bene.

Vitantonio Marzano