Da sempre questa cerimonia è circondata da superstizioni e credenze, dai riti scaramantici ai gesti di buon auspicio. Anche chi finge di non crederci, alla fine cede almeno a una di queste usanze. E per cercare marito? Beh!… Tra cultura e tradizione popolare la Puglia annovera credenze e miti per la ricerca dell’adorato consorte. Tra i vicoli di Bari vecchia si narra che San Nicola sia il protettore delle zitelle. Leggenda vuole che il Santo avesse provveduto a dare la dote nuziale a tre belle giovani povere ragazze, figlie di un cristiano molto devoto, che altrimenti sarebbero rimaste irrimediabilmente sole. Per questa ragione, secondo la credenza popolare, San Nicola è il protettore delle zitelle. Così per tradizione, alla messa che ogni anno si celebra a Bari, all’alba del 6 Dicembre nella Basilica di San Nicola, si recano le ragazze da marito, spesso accompagnate da mamme, nonne, zie, per praticare “Il rito della colonna”. Le ragazze nubili, nella cripta della Basilica devono fare tre giri intorno ad un’antica colonna, e, se San Nicola vuole, entro un anno troveranno marito. Ai primi bagliori dell’alba, quando tutta la città sembra deserta ed addormentata, basta raggiungere il sagrato della Basilica, per accorgersi che buona parte delle donne di Bari, e dintorni, è lì. Ed ogni tradizione popolare che si rispetti ha i suoi risvolti eno-gastronomici! Cosa c’entra il cibo di strada con San Nicola e le zitelle? Le donne della città vecchia, già ben avvezze durante tutto l’anno alla vendita, sull’uscio di casa, di pasta fresca fatta a mano (orecchiette, minuicchie, strascinati, cavatelli…) all’alba del 6 Dicembre, per confortare il popolo delle zitelle infreddolite, vendono, dalle finestre delle case che si affacciano sui vicoli del borgo antico, cartocci con popizze e sgagliozze bollenti, insieme a tazze di cioccolata calda. Il Salento ha visto svilupparsi e diffondersi numerosi culti e tradizioni di estrazione pagana legate alla magica notte del 24 Giugno. La notte della vigilia di San Giovanni a Giuggianello, tra sagre e riti pagano/religiosi, è una notte specialissima, gravida di magia, di misteri, di incantesimi, e di streghe. Notte in cui, secondo la credenza popolare, avvenivano prodigi di ogni genere e si compivano rituali pagani. In questa notte, molte fanciulle, per appagare la curiosità di conoscere il futuro marito, si rivolgevano agli oracoli, alle megere e a quant’altro potesse dare loro delle risposte, seppure effimere. La notte di San Giovanni, infatti, era considerata particolarmente propizia a pronosticare fidanzamenti e matrimoni, tradizione vuole che, esse praticassero il rito dell’uovo. Le donne mettevano l’albume di un uovo in un bicchiere, all’aperto; la mattina seguente, a seconda della forma che esso assumeva, era possibile stabilire le qualità del loro futuro sposo. Diffusissime erano anche le “preghiere dialettali per trovar marito”. I Santi chiamati in aiuto erano svariati. Il Santo esperto nel settore era San Pasquale Baylon: La versione pugliese (ne esiste una identica napoletana e siciliana) era: “San Pasquale Baylonne \ protettore de le donne \ mannammello ‘nu marito \ janco russo e culurito \ ha da esse tale e quale \ como a te Santo Pasquale”. Se San Pasquale era troppo impegnato, niente paura; come aiuto a Lecce c’era San Ciriaco: “San Ciriaco mio \ San Ciriaco gluriuso \ famme trovà ‘nu partito \ famme ascì ‘a sto pertuso…”
Floriana Panza










