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Il 22 settembre 2016 si celebrerà il primo “Fertility Day”, Giornata nazionale annuale che rappresenta il punto centrale delle iniziative previste dal Piano Nazionale della Fertilità per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema della prevenzione dell’infertilità e quindi della salute sessuale e riproduttiva di donne e uomini.

Al di là di questioni politiche e inutili polemiche sul fertility day, l’obiettivo dei medici non è certo quello di attribuire colpe a chi non può avere figli, né tantomeno di istituire una giornata nazionale per offendere chi lotta contro questa silente, e allo stesso tempo rumorosa, condizione clinica.

In quest’ ottica conoscere i fattori di rischio e le possibili cause della sterilità aiuterebbe a prevenire i disturbi della riproduzione, modificando a volte soltanto lo stile di vita o prendendosi cura di sé un po’ di anni prima.

Prevenire è la strategia ideale.

Mentre però sulle cause conosciute si può influire tempestivamente mettendo in pratica alcune regole semplici, su quelle ignote, che sono molte, non è così semplice;  soprattutto nell’uomo tanti fattori possono agire in modo silente e, pertanto, indisturbati. L’abitudine a controlli periodici del liquido seminale (uno ogni tre anni) potrebbe essere un’efficace misura di prevenzione. È necessario anche d’altra parte prestare attenzione all’età della donna; non bisogna ritardare troppo l’epoca per concepire un figlio perché anche le terapie migliori possono, con l’età avanzata, avere scarso successo.

Cosa può fare una donna per se stessa

  • evitare di contrarre infezioni all’apparato genitale con adeguate misure di igiene personale, curarle subito con terapie antibiotiche ai primi sintomi i quali a volte sono lievi e subdoli (dolori ad una o entrambe le ovaie, accompagnati da febbricola). Non trascurare le vaginiti. Non stressarsi eccessivamente recuperando le forze con un adeguato riposo.
  • controllare i propri cicli mestruali valutandone le variazioni : cicli corti (periodi tra un flusso mestruale e l’altro minori di 24 giorni) o lunghi (periodi maggiori di 35 giorni) possono voler dire mancanza di ovulazione; In genere l’infertilità di questo tipo si cura facilmente ma lo stress e l’affaticamento possono causare ed aggravare i disturbi del ciclo. Anche impegni sportivi competitivi possono influire negativamente come pure variazioni eccessive di peso dovute a disordini alimentari (anoressia, bulimia).
  • evitare il fumo di sigaretta, l’inquinamento atmosferico, radiazioni ionizzanti (vicinanza eccessiva a fonti di raggi X). È opportuno perciò smettere di fumare o almeno ridurre questa abitudine.
  • cercare di avere un figlio prima dei 35 anni, età dopo la quale il calo della fertilità nella donna è sensibile. In particolare è opportuno che la diagnosi e la maggior parte delle terapie idonee vengano svolte entro due o tre anni al massimo da quando ci si accorge di avere un problema.
  • Curare l’ alimentazione. Alimentarsi in modo sano ed equilibrato è importantissimo per la salute in generale, ma anche per favorire o inibire la fertilità. Una dieta monotona o squilibrata, troppo ricca o troppo povera dei nutrienti fondamentali, è dannosa.

Cosa può fare un uomo per se stesso

  • come per la donna controllare eventuali infezioni dell’apparato genitale (che spesso si manifestano con scarsi sintomi come bruciori urinari e dolore sotto lo scroto) devono essere curate subito e bene. Cure tardive o incomplete possono portare a danni gravi nella produzione degli spermatozoi.
  • fare una semplice visita preventiva già dopo la pubertà o, almeno, all’età della leva, per evidenziare l’eventuale presenza di varicocele che ,essendo questo la causa molto frequente e precoce (in genere asintomatica) di infertilità, andrebbe diagnosticato al più presto per prevenire danni irreversibili; infatti un semplice intervento chirurgico (che fatto troppo tardi, ossia dopo i 30 anni, sarebbe inutile) o altre terapie possono risolvere il problema prima che sia troppo tardi.
  • curare il proprio stile di vita che nell’uomo gioca un ruolo più importante che nella donna. Il “calore” è il maggior “nemico” dei testicoli. Infatti essi si trovano nello scroto proprio perché devono restare a temperature inferiori a quelle del corpo. Temperature ambientali elevate, come quelle che si producono per l’eccessiva vicinanza a fonti di calore, la posizione seduta per tempi lunghi e l’uso di indumenti stretti devono essere evitati. Il fumo di sigaretta, l’inquinamento atmosferico delle grandi città,la vicinanza a fonti di radiazioni ionizzanti o radiofrequenze elevate devono essere abolite o limitate al massimo.
  • fare un esame del liquido seminale (spermiogramma) in giovane età. Numerosi studi sostengono, infatti, che negli ultimi decenni il numero degli spermatozoi nella media della popolazione dei paesi occidentali è diminuito. Spesso si scopre che nelle coppie infertili la responsabilità è dell’uomo, per cause che agiscono a sua insaputa da oltre 10 anni e che, invece, un precoce esame del liquido seminale avrebbe potuto prevenire.

Oggi l’infertilità non è più una fatalità. L’assistenza medica alla procreazione consente a molte coppie di accedere alla maternità tanto desiderata, tuttavia le conseguenze psicologiche di questa nuova avventura sono spesso sottostimate.

L’assistenza medica alla procreazione, che molti di noi danno ormai per scontata, è in cima alle grandi evoluzioni sociali e rappresenta una delle maggiori conquiste mai ottenute nel trattamento dell’infertilità. Ma anche se le cure progrediscono a un ritmo stupefacente, l’infertilità rappresenta ancora oggi una delle condizioni di crisi più profonde che una coppia possa affrontare.

La maggior parte delle coppie che incontrano difficoltà ad avere un bambino è inizialmente stupefatta. In effetti, molte persone credono che la gravidanza arrivi naturalmente dopo che si interrompe la contraccezione. Quando ciò non avviene, bisogna rimettere in discussione alcuni elementi come la vita di famiglia, il senso della vita e del matrimonio. Le conseguenze psicologiche della scoperta dell’infertilità sono spesso trascurate. Quando mettere al mondo un figlio diventa un’ossessione, quando la ferita narcisistica si aggiunge a un sentimento di colpa o di impotenza, ci si sente diversi dagli altri, ci si sente esclusi. Scoprire che quella che per gli altri è una funzione naturale è invece un problema, può causare uno shock.

Quale che sia la diagnosi medica, infertilità maschile o femminile, è sempre meglio rivolgersi al medico in coppia. E’ insieme che si va dal medico la prima volta, sapendo che esami e trattamenti saranno spesso condivisi.

Naturalmente i trattamenti dell’infertilità sono portatori di grandi speranze. Con un realismo non disfattista è però possibile prevedere alcuni fallimenti che senza dubbio possono risultare destabilizzanti per la coppia. Per sopportare i fallimenti ripetuti bisogna essere solidi, quel tanto che basta per ricominciare più volte lo stesso percorso. La prova della fecondazione assistita rinforza la coppia o la distrugge.

Un consiglio: siate disponibili e aperti nei confronti del partner, parlate in libertà delle vostre speranze e delle vostre paure, leggete, informatevi, documentatevi e soprattutto …cercate un ottimo medico!

 

Dott.ssa Federica Carpagnano

Medico-chirurgo

Volontaria LILT BT