La mia riflessione scaturisce da quanto dichiarato da Michele Boccardi, presidente Assoeventi di Confindustria Bari Bat e nazionale, a proposito del divieto sancito dal DPCM del 4 marzo 2020, di organizzare “manifestazioni ed eventi di qualsiasi natura, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.

Un divieto che comporta ovviamente il non poter organizzare nulla, prevedendo, anzi, l’annullamento di ogni evento in programma, dal matrimonio alla festicciola in casa, fino al 3 aprile, data sancita in via prudenziale dal suddetto DPCM.

Il presidente di Assoeventi giustamente ribadisce la disponibilità al sacrificio di imprenditori ed associazione e la volontà di collaborare con il Governo in esecuzione di tutti quei provvedimenti tesi alla tutela della salute pubblica. Correttamente, secondo me, richiede sostegno e tutela da parte della Regione e del Governo a favore delle aziende e dei lavoratori impiegati.

Perché ovviamente, il senso di responsabilità degli imprenditori, a fronte del rischio del propagarsi del contagio, porta ad una ricaduta pesante per tutto il comparto wedding della nostra Regione. Non solo per le sale ricevimento, dunque, ma per tutti i professionisti che operano in questo settore, fotografi, fioristi, wedding planners, musicisti, hair stylist e così via. Una filiera, questa, che rappresenta un importante indotto per il territorio, dal punto di vista economico, turistico e lavorativo.

Il mio timore, però, è che si generi l’effetto cascata, cioè che la psicosi da coronavirus si estenda anche ai matrimoni programmati oltre la data del 3 aprile.

Fattore che rischia di determinare il panico in tutte quelle coppie che si trovano in questo momento nella difficile condizione di valutare rischi e minacce legate alla diffusione del coronavirus, rispetto alla data delle loro nozze.

In un momento di così grande confusione, forse è opportuno partire dalle certezze. Provo ad elencarne alcune:

  1. Il divieto termina il 3 aprile. La data è stata stabilita da persone più esperte di noi, per contenere la diffusione del virus nel momento di picco massimo. Viviamo questo momento responsabilmente, ma serenamente. Accettiamo dunque questa limitazione della libertà, anzi approfittiamone per dedicarci alle attività che normalmente tralasciamo per mancanza di tempo.
  2. Tutto questo è sancito in osservanza di quanto disposto dal Ministero della salute, proprio perché la salute è prioritaria rispetto a tutto. Ma è fatto unicamente per un contenimento della possibilità di contagio. Per poter far fronte al virus con il limitato numero di posti letto di cui disponiamo. Non serve andare nel panico.
  3. Vista la coincidenza con il periodo di Quaresima, quasi tutti i matrimoni non sono toccati da questo divieto.
  4. Non c’è nessun divieto a far data dal 4 di aprile. Questo significa che trascorso questo momento di ripiegamento su noi stessi, potremo tornare ad organizzare il matrimonio, recarci senza timori in atelier a provare l’abito, o dall’hair stylist per la preparazione dei capelli. Potremo metterci in auto ed andare in masseria o in sala per definire il menu e comunicare l’organizzazione dei tavoli. Così come sarà possibile incontrare il fotografo, la wedding planner o il fiorista per provvedere alla definizione di ogni dettaglio.
  5. Molte di queste attività si possono comunque gestire a distanza, con tutta la tecnologia di cui per fortuna, disponiamo.
  6. Le strutture ricettive, per la loro natura, sono quelle più orientate alla massima sicurezza igienica. Chi lavora in questo settore, sa benissimo che non c’è solo il coronavirus, ma tanti altri possibili rischi per la salute. E sa che il rispetto delle norme che garantiscano la salute degli avventori è prioritario rispetto a qualsiasi obiettivo aziendale.
  7. Sono certo  che tutti gli operatori del wedding dal 4 aprile saranno pronti ad accogliere gli sposi con la stessa attenzione e professionalità di sempre. Quella professionalità che ha contribuito, in maniera significativa, a rendere la nostra Regione una meta elettiva del destination wedding.

Concludendo, è comprensibile il timore del domani; la paura del contagio è umana ed è legittima. Ma non ci possiamo fermare per la paura. Dobbiamo andare avanti e pensare positivo. I matrimoni, ma non solo quelli, gli eventi privati, gli appuntamenti sportivi, i concerti e tutti gli altri spettacoli, non devono fermarsi. Devono ripartire di slancio dopo questa sosta forzata e legittimata dal rischio del contagio.

L’emergenza deve indurre alla riflessione, ma non deve essere sopravvalutata, e la reazione deve essere almeno pari alla paura che in questo momento alberga in ognuno di noi.

Quindi accettiamo serenamente la quaresima del coronavirus, ma prepariamoci all’arrivo della primavera, organizziamoci per uscire, per vivere le nostre città, per affollare stadi, cinema e teatri.

E organizziamo matrimoni, sposiamoci, celebriamo l’amore in ogni sua forma.

È un giorno speciale ed indimenticabile per chi si ama e per chi ama la vita.

Non sarà il virus a fermarci.

Antonio Marzano

 

ph Antony Pepe